In un momento storico molto complesso, ci sono immancabili “beni rifugio” nel mondo del beauty come i profumi che sanno di pulito. Rilassanti, essenziali quando si ha bisogno di una comfort zone personale, queste fragranze richiamano all’aroma del bucato steso al sole ma anche ai ricordi dell’infanzia. I loro punti di forza? L’essenzialità e il minimalismo.
Profumi di pulito, perché piacciono così tanto?
Se siete tra gli amanti dei profumi di pulito, non siete i soli. Anzi. Perché questa categoria di fragranze è ormai riconosciutissima. E se negli ultimi mesi il merito di tanta attenzione è dovuto all’ormai onnipresente TikTok, in realtà la passione per questo genere non è certo recente, tant’è che spesso queste creazioni sono definite timeless. Ma perché tanto successo?
Il segreto di tanto apprezzamento è nella scienza. Secondo infatti una ricerca condotta dalla studiosa Kate Liljenquist della Brigham Young University, negli Stati Uniti, esiste un collegamento tra la purezza morale e quella fisica. In base a queste ricerche, “sentirsi puliti” aiuta a comportarsi meglio. E la ricerca ha evidenziato anche il nesso forte che esiste tra l’indossare un profumo di pulito e l’attitudine di comportamento.
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Vi si aggiunge anche un’altra spiegazione del successo delle fragranze clean: queste infatti sono associate a pensieri e ricordi che fanno stare bene. In particolare, al profumo di pulito delle lenzuola stese al sole, al gesto che magari ricorda mamme e nonne. Ecco perché queste fragranze possono sembrare una personale “coperta di Linus”, sinonimo di casa.
Come nascono i profumi di pulito
La versione più classica di questo tipo di fragranze ricrea il vero e proprio odore di bucato, un mix di aldeidi e di chetoni al sole. Non a caso, il profumo delle lenzuola cambia se sono stese all’ombra.
Come si realizza tutto ciò in profumeria? Sicuramente, tra le note più diffuse nelle piramidi olfattive di questo tipo ci sono le aldeidi. In chimica queste sono dei composti formati da atomi di idrogeno, ossigeno e carbonio. In profumeria si è iniziato a lavorae con esse già nel 1903 ma è soltanto con nel 1918 che si è ottenuto l’aroma conosciuto ancora oggi e che è stato usato per la prima volta in profumeria nel 1921 da Ernest Beaux nell’iconico Chanel N°5.
Non solo aldeidi. Generalmente questi profumi sono infatti composti anche da note cosiddette luminose e fresche: per esempio, molto spesso gli agrumi ma anche note olfattive più morbide come i fiori di cotone o il gelsomino, oppure più cremose come la tuberosa, o ancora il muschio bianco, forse la nota che più si associa all’idea di pulito.
L’aroma del riso, essenziale e pulito
Più insolita e decisamente gourmand ma altrettanto pulita e minimale è la nota di riso. Molto usato nella profumeria nipponica, dove i profumi sono il più essenziali possibili, questa nota è tra gli ingredienti d’avanguardia, molto versatile perché accanto all’aroma clean and fresh sa essere anche dolce e a tratti floreale.
Complessa nel suo minimalismo, questa nota ha due anime: quella più corposa ricorda le nocciole e ha fondo molto cremoso e lattiginoso, molto morbido; quella più secca richiama all’odore del riso cotto al vapore e di quello bianco, un aroma che ricorda l’amido ed è leggermente cipriato, quasi sfuggente.
La violetta, il ricordo della nonna
Infine, c’è l’aroma della violetta, che richiama i saponi di un tempo, oltre ai profumi di una volta indossati dalle nonne.
Per quanto nota floreale, la violetta, così come l’eliotropo e il lillà, è molto femminile ma al contempo delicata e quasi eterea, per nulla invadente né sensuale. Per questo è associata a un abbraccio fraterno e amichevole, familiare.
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