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Alzi la mano chi usa almeno una volta al giorno la celebre faccina che ride fino alle lacrime

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È tra le emoji più utilizzate e il suo significato è molto chiaro: ridere fino alle lacrime. La faccina con le lacrime di gioia è tra i “disegnini” più chiari nell’ampissima scelta della messaggistica istantanea. E non a caso è tra i più amati.

Emoji, la faccina con lacrime di gioia com’è nata?

La faccina con le lacrime di gioia è stata approvata per la prima volta da Unicode 6.0 nel 2010. Da quel momento è stato un susseguirsi di successi, tant’è che nel 2015 non solo è stata la più utilizzata su Twitter ma secondo un’analisi condotta dalla Oxford University Press e dai creatori del software Swiftkey è risultata essere tra i simboli virtuali più usati a livello globale in quell’anno. Tanto da essere stata eletta come “parola dell’anno” dall’Oxford Dictionaries Online. Segnando anche un altro primato: per la prima volta la parola dell’anno era un’immagine scelta perché in grado di “trascendere i confini linguistici”, come spiegò Caspar Grathwohl, presidente della Oxford Dictionaries Online motivando la scelta.

Un successo bissato anche nel 2017, quando è stato Mark Zuckerberg ha dichiararla come l’emoji più utilizzata su Facebook e Messenger. Nello stesso anno il Time l’ha eletta come l’emoji “suprema nei social media” mentre gli utenti di Twitter le assegnarono il titolo di “emoji più popolare di tutti i tempi” agli annuali World Emoji Awards di Emojipedia. Insomma, questa semplice faccina che ride ha incassato moltissimi successi nel tempo. E anche oggi, non solo resta la più utilizzata su Twitter ma secondo una graduatoria stilata dal Consorzio Unicode, continua a essere usatissima in tutto il mondo, tanto da “pesare” il 5% in più rispetto alle altre.

Getty Images

Faccina con lacrime di gioia o teschio? Questione di generazione

Un cambiamento di reputazione per questo emoticon è avvenuto nel biennio 2020/2021. In questo momento il celebre “disegnino” ha iniziato ad avere un calo di popolarità a causa della Gen Z. Dopo anni di uso, forse anche di abuso, a mani basse della faccina che ride, la nuova generazione ha iniziato a usare un’altra emoji attribuendole il medesimo significato: il teschio nel senso di “sto morendo dal ridere”.

È così iniziata non tanto una sfida generazionale quanto una gara di appartenenza: se usi ancora la faccina che ride sei un Millennials o un boomer, se usi il teschio sei giovane o comunque “sul pezzo”. Non solo teschio però. Alternative accettate dai più giovani sempre per esprimere risate sono l’emoji che ride con la bocca aperta ma senza lacrime oppure, semplicemente, la scritta “lol”, a indicare che si sta ridendo a voce alta.

Il grande fraintendimento dietro alle emoji

Ma perché questa emoticon ha tuttora così grande successo? Semplicemente perché è chiara nel suo significato. Se il teschio scelto dalla Gen Z non è così facilmente comprensibile nel suo significato se non si conosce il linguaggio giovanile, una faccia che ride con le lacrime agli occhi lo è di più.

Ma il fraintendimento sul significato delle faccine è praticamente all’ordine del giorno. E il report pubblicato a metà luglio dalla piattaforma Preply ne è la dimostrazione. Nessun dato eclatante, però dà l’idea di quanto l’intepretazione di alcune emoji sia molto personale.

Condotta negli Stati Uniti, la ricerca ha coinvolto 2.021 persone che si sono espresse su quelli che sono gli emoticon più fraintendibili. Al primo posto ci sono le dita con il pennino dello smalto: se il 23% lo interpreta letteralmente, “mi sto mettendo lo smalto”, il 40% dà un significato metaforico, ovvero di persona snob. Dubbi anche attorno alla faccina a testa in giù: per alcuni ha un significato sarcastico, per altri “sorridere nonostante il dolore”. Ma, esempi a parte, scopo del report era dimostrare come, non avendo un significato univoco, le emoji possono creare confusione e fraintendimenti nella comunicazione. Un tema sostenuto da ben l’81% degli intervistati. Da qui il continuo successo dell’emoji che ride fino alle lacrime.

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