Gandhi lo è stato per circa 5 anni e anche Steve Jobs, a suo tempo, si avvicinò a questo tipo di regime alimentare: il fruttarismo, o più semplicemente i fruttariani, sono coloro che si nutrono principalmente di frutta e di tutte quelle verdure che provengono da piante, come i pomodori, oltre che di semi. Scelta sicuramente molto radicale, un cambiamento di alimentazione così drastico non dev’essere preso alla leggera e soprattutto dev’essere sempre seguito da una persona esperta.
Fruttariani, chi sono
Regola fondamentale di chi decide di diventare fruttariano è l’eliminazione non solo di tutte le fonti animali, carne, pesce e latticini, ma anche di legumi, semi non considerati frutti e ortaggi come verdura a foglia, a bulbo o i tuberi: «Ovviamente, non sono ammessi nella dieta fruttariana i cibi processati e lavorati, favorendo cibi il più naturali possibile» spiega la dottoressa Maria Giovanna Foschini, nutrizionista di MioDottore. Oltre ai frutti, è ammesso qualche altro cibo: «Sì perché il concetto di “frutti” può essere esteso, a seconda delle scelte personali, ai prodotti delle piante, includendo quindi pomodori, melanzane, zucchine, peperoni».
Adottare questo tipo di dieta è più altro un percorso personale, molto spesso infatti si diventa fruttariani alla fine di un lungo percorso di cambiamento che porta anche a un nuovo approccio alla dieta e al cibo: «È un regime alimentare fortemente restrittivo, per questo prima di adottarlo ci dev’essere una profonda valutazione e tutto dev’essere ben ponderato. Ci si arriva per gradi, infatti la prima parola da ricordare è “gradualità” poiché non è pensabile passare da un’alimentazione onnivora ad una fruttariana in pochi giorni».
Che cosa significa essere Fruttariani? (Getty Images)
Come si diventa fruttariani e come si imposta questa dieta
Come si imposta questo tipo di dieta? «È necessario iniziare a sostituire progressivamente gli alimenti prima consumati, con i frutti, seguendo sempre la stagionalità dei prodotti per ottenere il massimo potenziale nutritivo».
È un tipo di dieta equilibrata o porta a delle carenze nutritive? «Può portare a importanti carenze nutrizionali se non è seguita in maniera opportuna, proprio perché è basata su forti esclusioni. Come tutte le diete di questo tipo, anche il fruttarismo può vedere la necessità di un supporto con integratori alimentari e nutraceutici; motivo per cui la consulenza con un esperto di nutrizione è fondamentale, per non incorrere in comportamenti ad alto potenziale lesivo per la propria salute».
Per impostare questa dieta si comincia dalla sostituzione delle proteine con frutta di stagione e di frutta a guscio, noci, nocciole, mandorle, noci Pecan e di Macadamia e di semi (lino, canapa, chia) per il completamento delle fonti lipidiche essenziali (omega-6 ed omega-3) e della quota proteica, spiega la nutrizionista. «Regola essenziale in questo regime è guidare la persona alla corretta scelta dei frutti, al giusto grado di maturazione e alla “regola dei colori”: più colori sono messi nel piatto e più vitamine ed antiossidanti si assumono. È importante ricordare che alcuni micronutrienti essenziali quali la vitamina B12, il calcio e il ferro potrebbero richiedere un’integrazione specifica attraverso l’uso di nutraceutici». Infine l’idratazione: per non abbassarne il livello, è fondamentale scegliere acque di tipo minerale con un contenuto di sali minerali che dev’essere maggiore di 500mg/litro, «salvo problematiche particolari del soggetto, da valutare in sede anamnestica».
I menù di un fruttariano
Grande punto di forza di questa dieta sono sicuramente i colori: «Il menù fruttariano può essere molto vasto in termini di colori, sapori e consistenze. A seconda della stagione è possibile creare piatti caldi, ad esempio preparando insalate colorate di frutta cotta al forno con aggiunta (o meno) di semi oleosi e bacche oppure ratatouille di frutti quali pomodori, zucchine, melanzane e peperoni. Nella stagione estiva, invece, si può dare sfogo alla creatività preparando smoothie e centrifugati oppure gelati a base di frutta matura congelata o ancora bowl con frutta fresca e yogurt preparato con latte di cocco».
Inoltre, in ogni stagione zuppe, vellutate anche di frutta, frullati con frutta di stagione, latte di cocco sono sempre disponibili.
I pro e i contro di questo regime
«Il regime fruttariano presenta alcuni potenziali benefici, primo fra tutti l’aumento nell’apporto di fibre che sono essenziali per il benessere intestinale e giocano un ruolo protettivo nei confronti di patologie a carico del colon-retto; infatti, è ad oggi noto che un consumo di almeno 25 grammi di fibra alimentare al giorno riduca il rischio di sviluppare neoplasie in tali distretti. Un aumento nell’apporto di vitamine, sali minerali e di antiossidanti fondamentali per il buon funzionamento cellulare e per contrastare i radicali liberi, responsabili di danno e di invecchiamento tissutale».
Esistono però anche dei “contro”: prima di tutto il rischio di una carenza, anche importante, nutrizionale. A ciò si aggiunge «un consumo di notevoli quantità di fruttosio che, è bene ricordare, ha una via d’ingresso preferenziale rispetto al glucosio a livello epatico e può, quindi, predisporre più facilmente ad affaticamento metabolico e accumulo di grasso nel fegato».
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